Qualche giorno fa, precisamente la sera del 18 giugno, Google ha annunciato la nascita di un nuovo servizio: Newswire. Un nome semplice, in grado già da solo di dire molto. Si tratta di un servizio riservato ai giornalisti e ai professionisti dell’informazione in generale. Consiste nella raccolta, quotidiana, di video ritenuti più credibili sulle principali notizie del giorno, tra quelli caricati su Youtube.

Il servizio è frutto della collaborazione tra Google (che, ricordiamolo, è proprietario di Youtube) e Storyful, un social media di nicchia formato da professionisti il cui compito è analizzare e passare al vaglio il flusso proveniente da internet e porlo sotto la lente di ingrandimento della credibilità.

Newswire è un’applicazione dedicata esclusivamente a chi lavora nel giornalismo, quindi non è fruibile dal pubblico. E’ lecito comunque interrogarsi sull’impatto che eserciterà nel mondo del giornalismo professionistico. Le riflessioni sono due.

NewsWire: impatto sul mondo delle notizie

E’ ormai chiaro che il professionismo è necessario al mondo dell’informazione, anche digital. Non importa quanti cambiamenti rischieranno di travolgere la carta stampata o i vecchi giornali, non importa l’ascesa dei social come fonte di notizie, il tocco del professionista sarà sempre necessario. Questo perché scegliere le notizie e verificare la loro credibilità rappresenta una skill che, dispiace dirlo, non appartiene a tutti (soprattutto non appartiene alla massa, intesa come soggetto unico). Questa evidenza è così palese che a capirlo è lo stesso Google, che in teoria beneficerebbe del mantenimento dello status quo. La sfida, comunque, è integrare le istanze proveniente dal basso – e che come abbiamo visto prediligono l’elemento social a quello riflessivo – con le esigenze di professionalità.

Il giornalismo professionista si difende sempre peggio. Se da un lato la nascita di Youtube Newswire riporta in auge l’elemento professionistico, dall’altro affossa il giornalismo vecchio stile, che almeno in Italia è l’unico player attualmente in campo. E’ una questione di dipendenza. E’ chiaro già da un po di tempo che molti giornalisti considerano internet una fonte, nel Bel Paese lo si è capito fin dai primi video di Youtube apparsi nei servizi del Tg 1.

Con l’ultimo servizio di Google, però, si è compiuto un deciso passo in avanti. E’ Google a dare le notizie ai giornalisti, non sono i giornalisti a selezionarle. Gli addetti ai lavori sanno quanto è importante l’ufficio stampa per un giornale. Se a fare l’ufficio stampa è Google stesso (anzi Youtube).

Una nota positiva è data dal fatto che, almeno per ora, il servizio è riservato ai giornalisti e non è accessibile al pubblico. Altrimenti, la bilancia inizierebbe a pendere in modo ancora più intenso dalla parte del colosso di Mountain View.