La prima impressione è quella che conta, dicono alcuni. Ed in effetti, in termini comunicativi, moltissimo si gioca proprio nei primi istanti di relazione personale, quando la prima impressione inizia a instillarsi nelle nostre menti. Ma in che modo, allora, evitare di sbagliare il primo approccio?

In luogo iniziale, cerchiamo di curare il nostro aspetto, poichè l’immagine è estremamente importante per poterci qualificare in un determinato ambito. Dunque, tenete conto del contesto nel quale andrete a “comunicare”, e scegliete di indossare un abito adatto per quella specifica situazione.

Detto ciò, il difficile arriva nel momento in cui inizierete a parlare: curate molto le espressioni e la mimica facciale, rendendola dunque un amplificatore di ciò che comunicate a parola. In tal senso, diventa importantissimo anche il contatto oculare: con l’assenza del contatto visivo si genera l’impressione di una fuga dall’altro, mentre con il contatto visivo si intensifica la comunicazione, con un’efficacia che ne risulterà essere di grandissima utilità soprattutto nelle prime fasi.

Ulteriormente, cercate di gestire adeguatamente il vostro spazio fisico e sociale: trovate la giusta via di mezzo tra l’atteggiamento passivo e timoroso (dando l’impressione di una vera e propria fuga fisica dallo spazio personale) e quello aggressivo (con un eccessivo ravvicinamento). Utilizzate una postura orientata verso l’altro, che possa denotare interesse e partecipazione, che sia orientata verso l’interlocutore, e che possa basarsi su una direzione del corpo in linea con quella dell’altro.

Come ultimi elementi di riflessione per non sbagliare approccio iniziale, vi consigliamo di curare adeguatamente l’utilizzo del linguaggio mediante le parole, integrandolo con la giusta gestualità. Ricordate che nelle persone passive la mimica è attenuata o nulla, mentre nelle persone aggressive è espressa con vistosità.

Infine, cautela nei confronti della voce, elemento fondamentale molto espressivo, che potrà dare l’opportuna forza alla comunicazione. La persona assertiva ha una notevole varianza e di ricchezza di toni, sa modulare la propria voce e può esprimere al meglio un’arte oratoria. La persona passiva generalmente modula verso il ribasso l’intensità della voce e la sua frequenza, riducendone il ritmo. L’aggressivo è preoccupato solamente di ciò che deve dire, e dunque utilizza toni molto alti, concentrandosi esclusivamente sul contenuto e non sulla forma.

E voi, a quale categoria di comunicatori appartenete?