Al giorno d’oggi, le informazioni rappresentano il “vero” patrimonio per chiunque desideri interfacciarsi in maniera redditizia sul mercato. Disporre di informazioni aggiornate e specifiche può spesso condurre alla titolarità di un significativo valore aggiunto rispetto a coloro i quali non dispongono dello stesso patrimonio di dati e nozioni. E, a ben vedere, rappresenta altresì il punto di partenza per un’analisi ancora più approfondita. Ma quali sono le informazioni che un “uomo di marketing” dovrebbe raccogliere e osservare?

Al di là del tipo di progetto che si vuole intraprendere, un primo nucleo di informazioni non può che essere riferito alla situazione interna della propria azienda. Dunque, sarà necessario comprendere “come sta andando” la propria attività in termini di vendite, costi, quota di mercato, strumenti di marketing attualmente utilizzati (e quelli utilizzati in passato), relazioni con il personale, e così via.

In secondo luogo, acquisisce fondamentale importanza il nucleo di informazioni relative all’ambiente: dai fenomeni politici a quelli sociali ,da quelli culturali a quelli tecnologici, occorrerà compiere un dettagliato approfondimento su tutti gli elementi esogeni che potrebbero risultare di interesse per l’azienda e, di contro, di rilevanza per le strategie della propria organizzazione.

Oltre alle informazioni sulla propria azienda (interne) a quelle sull’ambiente (esterne), occorrerà inoltre analizzare le informazioni sul singolo mercato e settore. Pertanto, occhi aperti sul tasso di sviluppo o di decrescita della domanda, sul target di richiesta dei beni (e sulla più complessiva struttura della domanda), sulle prospettive e sulle tendenze del mercato, su quali siano le condizioni e i prezzi di vendita praticati nel mercato, sui canali e sui modi di acquisto, e ancora sul livello di competitività del settore, sulle abitudini del mercato, sui bisogni emergenti dei consumatori, e così via.

Infine, guai a dimenticare approfondite analisi sulla concorrenza, intendendo per tale non solamente il cluster di imprese che possono offrire dei prodotti identici ai nostri, quanto anche tutte quelle attività che possono offrire prodotti e servizi che possono essere definiti “sostitutivi”, ovvero che – attraverso altre logiche – possono soddisfare lo stesso bisogno. Tutti i concorrenti dovranno essere analizzati sia singolarmente che collegialmente, comprendendo quali siano le proprie quote di mercato, le proprie capacità commerciali, i propri punti di forza e di debolezza, i successi conseguiti, i fallimenti perpetrati, e così via.

Come avremo modo di vedere nel corso delle prossime settimane, il principale problema – oltre che legato alla definizione del numero e della qualità delle informazioni da individuare – consiste nel trovare le “giuste” fonti da alimentare, e che ci permetteranno ad esempio di conoscere con attendibilità il patrimoni di dati di cui abbiamo bisogno di disporre. Scopriremo pertanto come alimentare le nostre fonti interne e come selezionare quelle esterne, e come – ulteriormente – procedere ad un’attenta disamina di quelle “migliori”.