Il Barometro della Fiducia 2016 è stato di recente presentato al World Economic Forum. Come al solito ha indagato il rapporto tra fiducia e consumatori, offrendo spunti per le aziende e per le istituzioni che, in un modo o nell’altro, devono interagire con un pubblico di massa. Lo studio di quest’anno si distingue per la conferma di alcune dinamiche e per la comparsa di alcuni fenomeni interessanti.

Fiducia e capacità di spesa. La fiducia ha un valore inestimabile. Fa riferimento alle emblematiche risorse immateriali che, però, possono influire in modo netto sul raggiungimento degli obiettivi aziendali e di marketing. Il motivo di ciò risiede in un fenomeno, riportato dal Barometro. Se un individuo ha fiducia in un brand, è probabile che per esso sia disposto a pagare di più. Il 67% degli intervistati, infatti, si è detto disponibile a pagare un prezzo superiore per un prodotto realizzato da un marchio di cui si fida.

Fiducia e passaparola. La fiducia non solo spinge a comprare, ma anche a “far comprare”. Chi è soddisfatto di un brand o di un prodotto, e ripone in essi la propria fiducia, diventa quasi automaticamente un ambassador degli stessi. Insomma, il passaparola è alimentato dalla fiducia. Si tratta di un processo non molto controllabile, ma che crea un circolo vizioso nel quale si gode di una sorta di pubblicità gratuita, totalmente spontanea e addirittura più efficace di quella “intenzionale”.

Le fonti di fiducia. Se la fiducia è così importante, è bene conoscere quali sono le fonti di fiducia, ossia i canali attraverso cui gli utenti si fanno persuadere circa le virtù di una azienda o l’istituzione. In parole povere, la gente comune chi sta a sentire? Il Barometro della Fiducia in questo senso regala qualche sorpresa.

  • Stampa e televisione. Pessime notizie per i giornalisti e per i pr tradizionali. Sia i giornali che le tv godono di una reputazione non certo ottima, ma soprattutto in fase calante. Solo il 44% degli utenti si fida di questi media. Ciò vuol dire che i messaggi lanciati più o meno esplicitamente fanno poca presa.
  • Google e social. I motori di ricerca e i vari Facebook-Twitter-Youtube si difendono molto bene. Gli utenti li utilizzano per cercare opinioni e un parere di chi ha già avuto esperienza di un prodotto, di un brand etc. E’ emerso dalle risposte del 69% degli intervistati.
  • Amici e parenti. Ebbene sì, nell’era di internet, in piena rivoluzione digitale, gli amici e i parenti ricoprono un ruolo essenziale. Chi è ancora nella fase di scelta si fa consigliare ancora dalle persone più vicine a loro. Si tratta di una notizia in controtendenza ma che non può sorprendere più di tanto, dal momento che si tratta di dinamiche che ci sono sempre state e, si presume, sempre ci saranno.