Il sito vetrina funziona ancora? E’ una domanda che si pongono tutti gli addetti ai lavori. In fondo, però, la risposta la si conosce abbastanza bene. Ed è sibillina: sì e no. Esistono molti motivi per cui il sito vetrina rappresenta ancora oggi uno strumento fondamentale per la presenza sul web di un’azienda, di un prodotto, di un brand o di un soggetto qualsiasi. Analogamente, esistono molti motivi per cui è ormai diventato obsoleto.

La verità sta nel mezzo, o non esiste affatto – e non sarebbe nemmeno strano, visto che viviamo un’epoca di transizione e di ben poche certezze. La verità è che il sito vetrina “da solo”, ossia nella forma e nelle modalità con il quale veniva concepito una quindicina di anni fa, non funziona. Gioca un ruolo, invece, importante un sito vetrina integrato con altre presenze web.

I problemi del sito vetrina classico (quello in “solitario” per intenderci) hanno a che fare con la sua incapacità di fondo nel rispondere alle domande tipiche di questa epoca. Che, questo è appurato, sono domande radicalmente diverse da quelle che gli internauti si ponevano un tempo. “Qualche” anno fa, quando il web non era 2.0, e si era da poco diffuso nelle masse, dagli individui emergeva essenzialmente una domanda di conoscenza. Era già incredibile di per sé poter conoscere cose nuove senza dover acquistare un libro o un giornale. Lo stesso valeva per le questione commerciali. Le uniche esigenze riguardavano l’azienda di turno, il prodotto, le sue specifiche etc.

Oggi emergono domande di partecipazione e di relazione. L’internauta vuole ancora conoscere l’azienda di turno, il prodotto ect., ma vuole anche instaurare un rapporto. Non interessa solo l’altro, ma anche “l’altro più me”. E’ una questione delicata ma già ampiamente esplorata. E’, tra le altre cose, la lama che ha reciso la testa al marketing persuasivo, basato sul classico modello univoco.

I motivi del cambiamento sono chiari e semplici. Il modo di approcciarsi è cambiato perché sono apparse le condizioni affinché il cambiamento si realizzasse. Evidentemente la partecipazione e la relazione corrispondevano a dei bisogni latenti.

Ad ogni modo, il sito vetrina, per la sua particolare struttura non può rispondere a queste nuove esigenze. Non offre la possibilità di commenti, per esempio (per quello ci sono i blog), non ha elementi social, se escludiamo i pulsanti di condivisione. Eppure gioca ancora un ruolo fondamentale se integrato ad altro. Perché? Molto banalmente, corrisponde all’importante funzione del “mostrare“. Non per caso si chiama “vetrina”. Il problema è che l’utente, una volta che ha “visto”, vuole fare. E allora sta a chi di dovere accompagnare il sito vetrina con presenze sul web di ben altro genere.