Se da qualche tempo notate all’ingresso di ogni sito una informativa sui cookies, rallegratevi: è la giustizia che fa il suo corso. Finalmente, nessun utente che non vuol essere profilato e quindi raggiunto da un fastidioso retargeting sarà più perseguitato. Peccato che molti trovano altrettanto invadente la finestrella dell’informativa, ma questo è un altro paio di maniche. La notizia più importante è la presa di posizione di Federprivacy contro alcune società di web design.

Federprivacy ha di recente prodotto una ricerca sul rapporto tra siti italiani e normativa sui cookies. La normativa, in verità, non è cambiata ma è stata semplicemente accompagnata da una stretta sui controlli. In breve, entro il 2 giugno i siti si sono dovuti adeguare, appunto ponendo in primo piano la famosa finestra con il consenso al trattamento dei dati raccolti dal sito stesso.

I problemi sono due. In primo luogo, l’interpretazione della legge, che può comunque essere soggettiva. La seconda, dal fatto che ancora troppi siti non si sono adeguati.

Sul primo punto si è espresso il Garante della Privacy Rocco Panetta: “Le norme e i nuovi obblighi si rivolgono in particolare a coloro i quali attraverso l’uso dei cookies sul web intendano svolgere anche attività di profilazione di clienti e utenti, anche occasionali. I meccanismi in apparenza semplici, nascondono profili interpretativi controversi. Le sanzioni non lasciano molto all’immaginazione e quindi la compliance col quadro normativo europeo non può essere messa in secondo piano”.

Sul secondo punto ha invece lanciato l’allarme Nicola Bernardoni, presidente di Federprivacy. Secondo la sua interpretazione, la responsabilità del mancato adeguamento sarebbe delle società di web design, ossia di quelle agenzie che realizzano siti, ma non lo fanno con i dovuti accorgimenti: “E’ significativo il fatto che in base alla nostra ricerca, è emerso che spesso a commettere le violazioni siano aziende informatiche e web agency, che propongono esse stesse sul mercato servizi di web design, avvalendosi però di pacchetti preconfenzionati per realizzare siti web che non tengono conto della normativa privacy italiana, esponendo così i loro clienti al rischio di pesanti sanzioni”.

E le sanzioni sono pesanti veramente. Si parla di multe che possono arrivare a 120.000 euro, e che possono essere somministrare indifferentemente dal Garante della Privacy o dal Nucleo Privacy della Guardia di Finanza. Il consiglio è quindi quello di affidarsi a società serie, che sappiano adeguarsi alle norme e non propongano prodotti preconfezionati.