Spesso sottovalutato, il carattere di una pagina web può conferire una evidente personalità al sito, costituendo altresì un potenziale elemento di separazione tra il successo di un portale, e il suo fallimento. I caratteri possono d’altronde cambiare la loro efficacia a seconda del dispositivo su cui “appaiono”, e possono essere ottimizzati in tanti modi, al fine di sviluppare una migliore impressione di quanto si è realizzato.

Ad ogni modo, vogliamo oggi concentrarci su 6 diversi tipi di caratteri ipotizzabili all’interno di una pagina web: grassetto, sottolineato, corsivo, maiuscolo, barrato, colorato. Quali significati poter collegare al loro utilizzo?

Iniziamo con il grassetto. Prescindendo dalle rilevanze SEO (& co.!), un giusto utilizzo del grassetto può conferire una maggiore leggibilità all’utente, dandogli altresì l’impressione che quanto posto in risalto sia un punto centrale del paragrafo. Proprio a tal fine, è necessario che il grassetto sia realmente utilizzato per le parole chiave o per gruppi di parole legate alle parole chiave: in caso contrario, la sua efficacia verrà fortemente sminuita.

Discorso parzialmente diverso è valido per il sottolineato, un “reduce” dell’epoca delle macchine da scrivere, quando né corsivo né grassetto erano presenti. Su una pagina web la sottolineatura è oggi andata in disuso perché confondibile con un collegamento ipertestuale, che soprattutto in passato veniva indicato attraverso la sottolineatura. Da utilizzare con parsimonia, ma da non scartare a priori.

Veniamo dunque al corsivo, che ha sì il beneficio di poter catturare l’attenzione del lettore, ma ha altresì il malus di essere più faticosamente leggibile sullo schermo. Utilizzatelo soprattutto se dovete riportare brevi virgolettati, o parole straniere.

Per quanto concerne il ricorso al maiuscolo, si tratta certamente di uno dei metodi più “sbagliati” per poter dare risalto al carattere: meglio utilizzare il grassetto, limitando il suo utilizzo per singole parole, e non per interi blocchi di testo. L’impressione che si abbia di fronte un concetto “urlato” è non solo sgradevole, quanto anche inefficace sotto il profilo della lettura e della memorizzazione.

Infine, chiudiamo con un rapido cenno al barrato e al colorato. Il primo è utile solamente per poter barrare del testo errato che non si desidera cancellare dalla storicità dei contenuti, ma si desidera lasciare sulla pagina al fine di fornire un elemento informativo: si pensi a un prodotto che non è più disponibile a quel determinato prezzo. Il secondo è invece scarsamente utilizzato, sia per la complessiva impressione di avere a che fare con un testo “confuso”, sia per le stesse ragioni già intraviste in occasione della sottolineatura: il rischio di interpretarlo come un collegamento ipertestuale.