Il turismo religioso, business di crescente rilevanza per gli operatori del mercato, in Italia pesa per una percentuale vicina al 2% del totale dei flussi turistici, con una prevalente quota di domanda di turisti internazionali, piuttosto che di turisti locali. In dettaglio, i turisti stranieri che alimentano il mercato del turismo religioso italiano sono circa il 60% del totale dei visitatori, con una netta prevalenza dei visitatori europei (45,3%) rispetto alla provenienza dai Paesi extraeuropei (14,9%).

Oltre a connotare una discreta vicinanza dei visitatori, le statistiche rilevano altresì come il turismo religioso sia sostanzialmente un turismo “adulto”, valutato che circa 4 visitatori su 10 hanno tra i 30 e i 50 anni. Una buona quota dei turisti religiosi, inoltre, privilegia ricorrere all’ausilio di tour operator o agenzie di viaggio per cercare di soddisfare il proprio desiderio di vacanza, con una percentuale che in alcune aree sfiora il 50%.

Di interesse risulta altresì verificare quali siano le abitudini di viaggio dei visitatori religiosi: emerge pertanto che un terzo di coloro che si spostano appositamente poiché suscitati da interessi di fede lo fanno per un terzo con il proprio partner, e solo in un caso su dieci lo fa da solo. Significative anche le percentuali di chi effettua un viaggio religioso con gli amici (2 su 10), con la famiglia (quasi il 15%) e con un tour organizzato che racchiuda altre persone con gli stessi interessi (2 su 10).

Tra gli altri dati maggiormente pregnanti per la formulazione di una prima bozza strategica di offerta turistico – religiosa, si può certamente annoverare la tendenza dei pellegrini a viaggiare in bassa stagione, con una spesa media giornaliera che si aggira intorno ai 50 euro (peraltro, frutto di una media che vede gli italiani spendere di più dei colleghi stranieri). Infine, sottolineiamo come, secondo gli ultimi dati Isnart, chi pratica turismo religioso lo fa spesso e volentieri solo ed esclusivamente per la motivazione legata alla propria fede (in più di 7 casi su 10), mentre sono minoritarie le ipotesi di turista religioso che sceglie di abbinare il proprio viaggio ad altre motivazioni (pur essendo comunque non indifferente la quota di coloro che integrano il viaggio religioso con una visita al patrimonio artistico – monumentale locale, o ancora alla partecipazione di eventi legati a usi e costumi della popolazione).