Nel mondo anglosassone è conosciuta con la sigla NLP (Neuro Linguistic Programming) ed è una disciplina ampiamente diffusa in molti ambiti della vita professionale e quotidiana. In Europa e soprattutto in Italia, la sua diffusione è appena cominciata. Eppure la PNL ha già parecchi decenni alle spalle, decenni nei quali si è sviluppata e ha provato al mondo la sua efficacia. Le origini vanno rintracciate nei primi anni Settanta, in California.

Tutto è iniziato da un incontri tra tre personalità molto particolari. John Grinder, professore di linguistica all’Università di Santa Cruz. Richard Bandler, personalità poliedrica, matematico e informatico, ma passato alla storia come uno dei più efficaci terapisti della Gestalt. Gregory Bateson, antropologo allora molto famoso negli Stati Uniti. Queste tre figure rappresentano, in qualche modo, l’anima triplice della PNL, che è sì una branca della psicologia (del cambiamento, nello specifico) ma è anche una disciplina che si basa sullo studio del linguaggio e sullo studio degli artefatti culturali dei gruppi sociali.

Il punto di svolta si è verificati quando i tre hanno dato vita a un progetto molto ambizioso, che nessuno aveva mai provato a realizzare prima di quel momento. Hanno deciso di analizzare alcune personalità che erano riuscite, magari a dispetto di condizioni iniziali sfavorevoli, a conquistare un certo successo e a produrre un ascendente nel prossimo. Hanno studiato gli atteggiamenti, la postura, il modo di parlare, ma anche le strategia cognitive utilizzate per affrontare sfide o problemi. Hanno raccolto tutti questi elementi, conservato quelli ricorrenti e hanno creato, sulla scorta di tutto questo materiale, dei modelli facilmente replicabili da chiunque. Era nata la PNL, che all’inizio era considerata semplicemente un’appendice all’impianto teorico – già allora piuttosto complesso – della psicologia del cambiamento.

Tuttavia la PNL, pur in una fase embrionale come si trovata a cavallo tra gli Settanta e gli anni Ottanta, era molto di più che una disciplina psicologica. Anche perché le sue applicazioni si estendevano a tutte quelle situazioni che avevano come protagonista l’interazione tra due o più individui. Il passaggio successivo è stato quello di dare una dignità alla PNL, di creare la percezione secondo cui era una disciplina autonoma e non una semplice appendice. Era necessario fornire i modelli di un impianto teorico, di un insieme di idee che mettesse a sistema quanto già elaborato. Questo processo, a dire, il vero, dura ancora oggi. I progressi però sono notevoli: oggi la PNL fa riferimento a un universo teorico proprio, per quanto frammentato e incapace di mettere d’accordo tutte le correnti della PNL stessa.