In qualsiasi ambito, la motivazione è la spinta che permette il raggiungimento dei risultati desiderati. Non fa eccezione l’attività lavorativa, in cui la motivazione è l’elemento essenziale per coniugare guadagni economici e crescita professionale.

Spesso l’insorgere di piccoli contrasti con i colleghi o con i superiori, nonché la presenza di difficoltà solo apparentemente insormontabili, contribuiscono a creare una progressiva perdita dell’entusiasmo e della positività, le quali sono imprescindibili per trovare le energie per recarsi quotidianamente sul posto di lavoro, per dimostrarsi pronti ad aiutare i colleghi, per comprendere le esigenze di eventuali clienti e per arrivare a fine giornata soddisfatti e ancora carichi. Onde mantenere alto l’entusiasmo è necessaria la presenza di più fattori, come la stima percepita da colleghi e superiori, come i margini di crescita professionale e come la possibilità di percepire compensi più ghiotti. A tal proposito, in alternativa allo stipendio fisso, sono stati studiati diversi sistemi di guadagno, per invogliare i collaboratori a impegnarsi di più: tra questi risultano i compensi a provvigione, a cottimo e l’istituzione di specifici premi di rendimento periodici.

Le aziende, per raggiungere il profitto, non possono fare a meno di massimizzare la produttività, la quale passa anche attraverso le risorse umane a disposizione. Acclarato che l’individuo mira a soddisfare innanzitutto i propri bisogni rispetto a quelli aziendali e non sempre è spinto dalla volontà di fare carriera, è compito dell’impresa quello di stimolare il lavoratore, mediante una valorizzazione che passa attraverso una meritocratica crescita professionale e non limitata a una mera soddisfazione economica, comunque importante. La valorizzazione del lavoratore deve essere perseguita basandosi sulle capacità e sull’esperienza dello stesso, occupandosi della sua formazione e della sua crescita. Nel caso di mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati, è fondamentale intervenire tempestivamente e comprendere se il fallimento è legato a una mancanza di motivazione del lavoratore o se è stato causato dall’affidamento di mansioni di livello più elevato rispetto a quelle che il collaboratore può sostenere e garantire. Un approccio duro e autoritario nei confronti del dipendente non è sufficiente per garantire risultati migliori ma, al contrario, potrebbe rivelarsi controproducente e abbassare il livello di autostima dell’individuo, fattore che creerebbe soltanto conseguenze negative, sia dal punto di vista professionale che da quello personale.

Per quanto concerne imprenditori e liberi professionisti, gli stimoli sono forniti dalla volontà di migliorarsi giorno dopo giorno, tra successi e inevitabili difficoltà, superabili proprio grazie a quella spinta chiamata motivazione.

Per vivere una vita più piena, più soddisfacente e più redditizia, la motivazione in ambito lavorativo è la risorsa che porta il soggetto a risolvere con consapevolezza ogni problema e a raggiungere, o addirittura a superare, non solo gli obiettivi delineati dall’azienda, ma quelli imposti dalla propria volontà, indipendentemente dall’aspetto professionale. E la motivazione risulterà più forte qualora la vita extra lavorativa sarà rilassata e condita da attività stimolanti, da rapporti sociali intensi e da una realtà familiare serena. E ogni tanto, concedersi una bella vacanza conoscendo nuovi posti e nuove culture, non può che essere un incentivo per ritornare al lavoro con una motivazione ancora maggiore e per ottenere risultati sempre più brillanti.