Il trapianto di testa è un tabù, come dimostra l’importanza che ha rivestito anche nella letteratura horror. Il mito di Frankenstein si basa proprio su questo. Non stupisce quindi che l’annuncio fatto da un ricercatore italiano, Sergio Canavero, abbia fatto scalpore. Il dottore ha annunciato la possibilità che il trapianto di testa diventi realtà in pochissimi anni.

C’è chi non ci crede. Tra questi Alessandro Martorana di International Business Times, che ha elencato gli indizi che suggerirebbero una sgradevole verità. L’annuncio di Sergio Canavero altro non sarebbe che un’azione di marketing per il celebre videogioco Metal Gear Solid 5. Sembra impossibile, ma gli elementi di riflessione sono davvero molti.

Canavero in Metal Gear Solid 5. Nel trailer dell’ultimo titolo di Konami il medico che cura Big Boss assomiglia in modo inquietante a Sergio Canavero. E’ tra le altre cose un medico chirurgo, specializzato in operazioni “borderline” – come è senz’altro il trapianto di testa. Il medico in questione innesta un braccio meccanico nel corpo del protagonista.

Dichiarazioni di Kojima. Una dichiarazione del creatore della serie sembra collimare con le ipotesi riportate da International Business Times. “Il gioco affronterà un grave tabù, così grave da mettere in discussione la mia permanenza nel settore’.

Qualche Heaven di troppo. Il progetto di Sergio Canavero si chiama Heaven. Un nome che sembra totalmente arbitrario perché non mostra collegamenti con la questione del trapianto di testa. Qualche collegamento con Metal Gear Solid però ce l’ha. Outer Heaven è il nome di una località immaginaria che riveste una grande importanza nella serie.

Strani anagrammi. L’ipotesi del trapianto di testa è stata esplorata dallo stesso Sergio Canavro anche dalla confernza TED tenutasi a Limasol. Ora, indovinate qual è l’anagramma di TED LIMASOL? Esatto, proprio Metal (Gear) Solid.

Potrebbe sembrare eccessivo che per pubblicizzare un videogioco la Konami scomodi un argomento così importante come il trapianto di testa. Eppure non è la prima volta che Kojima utilizza tecniche di marketing decisamente borderline. Per pubblicizzare Phantom Pain aveva inventato di sana pianta una casa produttrice e un gioco, organizzando anche una conferenza stampa con protagonisti i “finti” programmatori.

Nel frattempo, Sergio Canavero ha reagito a queste speculazione. Nello specifico, molto male. Ha addirittura denunciato per diffamazione gli autori di queste speculazioni. Insomma, il dottore nega e forse ha ragione: potrebbero essere nient’altro che speculazioni. Oppure, un brutto tiro dello stesso Kojima che, essendo venuto a conoscenza delle ricerche di Canavero, avrebbe architettato questa azione di marketing spiccatamente unconventional (ma di cattivo gusto) all’oscuro del dottore italiano.