Alcune vecchie pratiche, non per forza lecite o moralmente irreprensibili, sono tornate alla riscossa proprio grazie alla rivoluzione digitale. Tendenze nate e sviluppatesi in un mondo diverso da quello attuale, in cui tutto si svolgeva – per forza di cosa – offline, e ora tornate in auge grazie alle dinamiche introdotte da internet e nello specifico dal web 2.0. Nella maggior parte dei casi non si tratta di graditi ritorni. Un esempio emblematico è dato dal marketing multilivello, noto anche con il nome di marketing piramidale.

Si è diffuso a partire dagli anni ottanta, utilizzando come mezzo propulsore le reti di conoscenza dei poveri malcapitati, il telefono e il sistema postale. E’ stato debellato grazie a delle campagne di sensibilizzazione da parte dei principali broadcaster, alle quali si sono aggiunte anche pesanti sanzioni da parte di enti e istituzioni. Oggi è tornato più potente di prima, annidandosi negli anfratti dei social, dai quali può colpire un numero incredibilmente alto di gente.

Ma cosa si intende per marketing multilivello? E’ un metodo nel quale la vendita è delegata a degli agenti, che però hanno pagato per entrare nel sistema e che in genere vengono pagati in percentuali sul venduto. Detta così non sembra niente di che, ma la spiegazione rilasciata a Yahoo Finanza da Calogero Boccadutri (responsabile del dipartimento Forex Litigation nello Studio Legale Internazionale Giambrone) può contribuire a vederci chiaro.

La proposta che viene rivolta al destinatario è quella di acquistare un bene a condizioni particolarmente vantaggiose; l’acquisto però è subordinato all’ingresso nella “piramide” e cioè all’assunzione dell’impegno a proporre il c.d. affare ad altri soggetti, diventando così l’acquirente a sua volta venditore e percependo una percentuale sulle vendite di questi ultimi. In tal modo l’acquirente viene “fagocitato” da un meccanismo che gli impone di reclutare il maggior numero di persone per aumentare la possibilità di guadagno.

Si tratta di una truffa per almeno tre motivi. Il primo consiste nell’impossibilità strutturale di raggiungere guadagni elevati. Il bacino di clienti prima o poi finisce, lasciando all’asciutto gli acquirenti-agenti. Ne consegue che a guadagnarci siano solo in pochi, ossia chi è entrato all’inizio (gli individui in cima alle piramidi). Secondariamente, i truffati si trovano all’interno di un meccanismo che li priva della loro volontà, dal momento che li spinge a restare con l’arma del ricatto morale: una persona non può semplicemente andarsene, perderebbe tutto il tempo impiegato fino a quel momento. Infine, i truffati sono vulnerabili rispetto ad alcune pratiche, che poi rappresentano il vero scopo del marketing multilivello: le affiliazioni. Vengono venduti infatti corsi di formazioni o altre utilità (inutili), a cui gli agenti facilmente abboccano.