Il viral è assurto ormai a Santo Graal del marketing digitale. Ricette buone per tutte le stagioni non ce ne sono, dunque non si può fare altro che affidarsi alle parole degli esperti. Se corroborate da studi scientifiche, ancora meglio.

Qualche giorno Cat Jones, head of business development di Uruly ha rivelato a Business Insider i dieci segreti per realizzare video virali. Non sono semplici consigli, ma indicazioni prodotte sulla scorta dello Share Rank, una sorta di algoritmo che la stessa azienda ha realizzato e che, a quanto pare, rivelerebbe in anticipo le possibilità di viralizzazione di un video.

Ecco i consigli di Cat Jones.

  1. Essere divertenti o, in alternativa, creare una risposta psicologica altrettanto forte. Questo è abbastanza ovvio: i filmati virali emozionano sempre. E non è un caso che tra le “star” spiccano proprio quelli con una forte carica ironica.
  2. Puntare sulla nostalgia. Fermo restando che lo snodo principale è l’emozione, Cat Jones consiglia “l’utilizzo della nostalgia”, considerato il sentimento – almeno al giorno d’oggi – più potente nella rete. Tra l’altro è una leva che spinge in modo strutturale e “organico” alla condivisione. La nostalgia è infatti un’emozione per sua stessa natura condivisa (es. persone della stessa generazione ricordano con malinconia le stesse cose).
  3. Un altro consiglio è quello di fare leva sulla seconda emozione che, stando agli studi di Uruly, è molto potente: la paura. In questo filone si inseriscono i video virali basati su candid camera il cui scopo era spaventare a morte le vittime dello scherzo.
  4. E’ importante anche puntare sull’informazione, meglio quando si lega con uno dei suoi tanti opposti: il coinvolgimento. Il luogo in cui questi due universi si incontrano è proprio il video virale. Un esempio? Il video della GoPro, coinvolgente per via delle azioni spericolate riprese da un punto di vista quanto più diretto possibile, informativo perché accompagnava immagini adrenaliniche a una descrizione del prodotto.
  5. Si sta facendo largo anche il concetto di esca. E’ un trend degli ultimissimi anni. Si produce un’azione di guerrilla e non convenzionale nei confronti del proprio target, si filma il tutto e lo si immette in rete. E’ la viralizzazione degli eventi unconverntional. Sta funzionando.
  6. Un’altra tendenza è collegare il sociale con il reale. Quando gli elementi social e potenzialmente viralizzanti (appunto quelli che fanno leva sulle emozioni) vengono inseriti in situazioni tipiche della vita reale subentra l’immedesimazione. Una sorta di risponda alla domanda “Che farei io se mi trovassi in quel contesto”. Una domanda che è funzionale alla condivisione.
  7. Seeding e Budget, infine, sono due aspetti da prendere obbligatoriamente in considerazione. Niente è gratis, men che meno la visibilità. Per far diventare qualcosa virale – eccetti casi fortuiti e comunque saltuari – dietro il viral c’è un investimento economico e una chiara strategia di seeding. D’altronde, anche l’Ice Bucket Challenge è partito dai vip.