La Generazione Y è la gallina dalle uova d’oro. E’ quella che più ha familiarità con i mezzi di comunicazione e con le nuove tecnologie, che recepisce con maggiore precisione gli elementi di innovazione, che ama i cambiamenti. Sarebbe il target preferito di qualsiasi marketing manager se non fosse per un particolare: odiano la pubblicità, almeno quella tradizionale. Le forme classiche dell’advertising non li scalfiscono e anzi producono reazioni opposte.

Dunque, come conquistare la Generazione Y?

Per inciso, la Generazione Y è quella nata tra la fine degli anni Ottanta ai primissimi anni Duemila. Sono chiamati anche Millennials e si contrappongono alla rassicurante (e spendacciona) Generazione X, quella del baby boom.

Una risposta è stata fornita da Erin McPherson, Chief Content Officer presso Maker Studios, nel corso dell’Interactive Advertising Bureau Annual Leadership Leading. Una risposta che si compone di cinque consigli.

  1. Affidarsi a un buon content creator. Una delle caratteristiche della Generazione Y è l’odio verso la pubblicità. Dal momento che lo scopo dell’advertising non può essere messo in secondo piano, non rimane che una strada: proporre una pubblicità che non sembri pubblicità. Un buon contenuto, o per meglio dire una buona storia, rappresenta una maschera efficace.
  2. Essere autentici. I ragazzi della Generation Y odiano la pubblicità soprattutto perché la giudicano artificiosa, raffigurazione di un mondo che non esiste e quindi disprezzabile. E’ bene, dunque, promuovere contenuti che siano vicini al target, che siano più reali che aspirazionali. Quando si raccontano delle storie, quindi, è necessario che queste esprimano un mondo quanto più verosimile
  3. Coinvolgere il target. Uno dei motivi per cui la Generazione Y non apprezza la pubblicità tradizionale risiede nel fatto che è univoca. C’è chi parla e chi ascolta, e a quest’ultimo non è deputata alcuna azione, se non quella di spendere e consumare. Ciò è visto come degradate. Dunque è necessario coinvolgere, proprio per segnare la diversità rispetto all’approccio “old”.
  4. Impegnarsi socialmente. Una delle caratteristiche della Generazione Y è l’impegno sociale che, certo, può manifestarsi a vari livelli (impegno concreto o anche solo emozionale). Ad ogni modo, la social responsability è una leva da prendere in considerazione per avvicinarsi al target. Inoltre, contribuisce ad allontanare l’accusa della ricerca del mero profitto.
  5. Coinvolgere gli influencer. La Generazione Y è già stata conquistata da qualcuno. Sono gli influencer, ossia quei personaggi che popolano i social network e hanno grande seguito. Una leva importante è il coinvolgimento degli influencer, allo scopo di far dire a loro quello che vorremmo dire noi. Il pulpito, infatti, conta.