Ha paragonato la SEO alla coltivazione di un orto, ha scritto un libro dal titolo “Manuale di Seo Gardening” – e il nome dice tutto. È Francesco Margherita, esperto della Search Engine Optimization ma anche sociologico, scrittore e musicista.

Sul suo blog descrive le esperienze da consulente SEO, ma anche interessanti riflessioni su ciò che ci riserva il futuro. Master University lo ha intervistato per cercare di capire a che punto siamo e dove stiamo andando.

1) Dai iniziamo! Raccontaci chi sei e cosa fai nella vita?

Sono Francesco, mi piacciono un sacco di cose, troppe per dirle tutte. Finché il cuore mi regge programmo l’orto e coltivo la SEO di chi mi chiede di prendermi cura del suo progetto web.

2) Partiamo dalleterna diatriba SEO vs Contenuto di qualità”. Attualmente chi sta vincendo? E, soprattutto, pensi che abbia ancora senso questa distinzione?

La SEO più tecnica guarda (correttamente) ai criteri di ottimizzazione del codice e ai percorsi di scansione del bot, oltre che a quelli di navigazione degli utenti. Questo è SACROSANTO. Allo stesso tempo però dire che la scrittura non c’entra con la SEO è come dire che il pomodoro non c’entra con gli spaghetti al pomodoro… non so se mi spiego.

3) Lavori nella SEO dal 2007. Sicuramente è cambiato molto in questi anni. Ma se dovessi citare un solo cambiamento per te emblematico a quale penseresti?

Certe cose cambiano, certe altre no. Per me è importante che Google riesca sempre meglio a capire quando un link viene prodotto unicamente allo scopo di migliorare il ranking di un sito web per una certa parola chiave. Penguin è probabilmente il più bell’aggiornamento algoritmico mai prodotto dal team antispam di Google… eppure la strada è ancora lunga.

4) Come giudichi attualmente la sensibilità del cliente rispetto alla necessità di puntare sulla SEO?

Il cliente di una web agency può avere dubbi rispetto al fatto che la SEO produca risultati utili in termini di fatturato. Il cliente di un consulente SEO è invece più consapevole dei limiti e delle possibilità di questo tipo di attività. Se non ne capisse nulla, percependo solo che il web è importante, si rivolgerebbe ad una web agency. In questo senso essere specialist è un vantaggio enorme, perché se bussi alla porta di un SEO è perché ti serve SEO.

5) Facebook ha da tempo lanciato una battaglia contro Google sul fronte della ricerca di notizie. Pensi che il dominio di Big G possa essere messo in discussione?

Bella domanda. Inutile nascondere che questi due colossi sono in rotta di collisione da anni ormai. In termini di fatturato Google è sempre il più “grosso”, ma Facebook guadagna terreno ogni anno. Nemmeno l’analista più esperto può dire quale sarà lo scenario da qui a due anni. Quello che vedo come sociologo è che Facebook cresce a vista d’occhio perché il nostro modo di relazionarci l’un l’altro attraverso il web si sviluppa con un’accelerazione esponenziale. Da SEO però non posso fare a meno di notare come anche il modo in cui effettuiamo ricerche cambi con la stessa velocità… eh, ragazzi…

6) Google ha intrapreso da anni un percorso verso la ricerca semantica. A che punto è?

Siamo al punto di non ritorno. Oggi possiamo espandere un campo di rilevanza imbrigliando in un concetto latente tutte le rappresentazioni sociali di un problema diffuso e condiviso sui forum e sui blog. Quando Google avrà imparato a gestire tutto il rumore ancora presente nel link graph, la sua capacità di cogliere i significati nella scansione delle co-occorrenze testuali subirà un’accelerazione tale da consentirci finalmente di compiere il passaggio conclusivo verso il web semantico.

7) In un articolo descrivi la entity come un elemento essenziale per la ricerca semantica. Riesci a immaginare un futuro in cui la keyword venga messa in secondo piano dallentity?

Succede mentre parliamo. Una entity, in senso esteso è un qualunque oggetto di conoscenza, compresa una parola chiave. Fare SEO sfruttando il potere delle entità equivale a mettere al centro i significati e le intenzioni di ricerca più che le parole chiave. È un concetto su cui sto riflettendo molto negli ultimi mesi.

8) Secondo te qual è la maggiore criticità nellutilizzo dei link interni?

I link interni vanno utilizzati per dirigere l’attenzione degli utenti e dei bot di scansione verso i contenuti più rilevanti di un progetto web. Lavorando in questa direzione non ci sono criticità. Se invece ne distorciamo il senso, nella migliore delle ipotesi non otteniamo buoni risultati di visibilità. Nella peggiore…

9) In un articolo scrivi: Il 50% da quello su cui ci scassiamo la testa ogni giorno (lofferta) e per laltro 50% da come gli utenti effettuano ricerche (la domanda). Come si deve porre il consulente SEO di fronte alla necessità di capire la domanda? Può orientarla?

Un SEO non può orientare la domanda specifica di informazione su Google, deve piuttosto essere in grado di coglierla. In questo contano la sensibilità personale, ma anche gli strumenti di monitoraggio, l’osservazione diretta delle serp e anche l’essere in grado di cogliere informazioni da fonti di prima mano. Il senso di tutto è dare in pasto a Google qualcosa che ancora non conosce, ma di cui appunto esiste una domanda… latente.