La SEO è una materia sfuggente, in continua evoluzione. L’algoritmo di Google Search è avvolto da un velo di mistero, e come se non bastasse le regole che ne derivano tendono a cambiare. Non è per forza un male. Sicuramente non lo è per Benedetto Motisi, SEO presso SeoJedi, a cui abbiamo rivolto qualche domanda in merito.

Ciao Benedetto. Chi sei e cosa fai?

Ahoy a te! Sono un ragazzo nerd che fa Search Engine Optimization, e no, non vuol dire una cosa sporca (oddio, almeno..) ma “ottimizzazione sui motori di ricerca” , per dirla ancora più potabile – rendere visibile un portale su Google, rispondendo a una domanda dell’utente con la risposta offerta dal mio cliente.

Come si diventa specialista SEO? Esiste un percorso ben definito?

SEO non lo si diventa mai e al contempo è sempre un divenire: questo per dire, in modo molto “aforisma spicciolo” che si tratta di un’attività estremamente aggiornabile e perfettibile dato che è legata al più grosso fornitore di servizi digital al mondo: Google.

Ci si muove nel suo alveo e NO, non esistono percorsi universitari definiti. Credo che la rapidità con cui ci si muove mal si sposta con un percorso “canonico”. L’unico buono nella SEO, è il “canonical”. (questa la capiranno solo i SEO, mi sa).

Come sta cambiando la SEO? Come la vedi da qui ai prossimi cinque anni?

Se riuscissi quantomeno ad azzeccare come sarà il mondo digital in toto da qui a cinque anni, potrei brevettare prima qualche idea e farci i milioni. Un po’ come quando Marty McFly dal futuro si giocava le scommesse vincenti.

Comunque sta cambiando molto, cambia sempre e questo è un bene. Il cambiamento costringe a muoverti e a non finire impallinato. L’immobilismo è degli animali impagliati.

Che sfide i cambiamenti della SEO impongono al mondo del copywriting?

In realtà, l’ultimo trend è il contrario: è l’approccio copy che pone sfide alla SEO. Questo perché Google è il perfetto incontro fra la domanda di un utente e la risposta offerta da un sito.

Almeno in teoria. In pratica si può forzare e “drogare” la ricerca come meglio si crede. Sempre meno però, rispetto a prima. Questo perché il motore di ricerca è sempre stato migliorato andando nell’ottica della qualità – intesa, secondo me- come utilità nel risolvere un problema.

Il SEO non può più essere quello che posiziona. Il SEO dev’essere, a mio modestissimo avviso, il marketer che ti rende visibile su quello specifico canale.

Come sta cambiando scrivere per il web? E’ più difficile oggi di quanto non lo fosse cinque o dieci anni fa

Mi piace citare spesso uno dei miei Grandi Antichi della SEO, che asseriva che praticamente metà di tutta la SEO stava nel titolo del contenuto.

A parte la boutade, l’utente è sempre più veloce e annoiato nel cercare soluzioni e “grabbarlo” con un buon inizio, ovviamente rispettando poi la premessa, sta diventando molto più importante rispetto a prima.

Scrivere non è un’attività semplice di per sé, non basta saperlo fare “a livello meccanico” come ci si insegna a scuola, ma serve una creatività e un ordine nei concetti ENORME.

SEO e SEM sono due facce della stessa medaglia o sono due mondi che non hanno nulla a che fare l’uno con l’altro? E’ più divertente fare SEO o fare SEM?

Il SEM (Search Engine Marketing) è il Giano bifronte che guarda agli annunci pubblicitari (PPC, pay per click Adwords) e al posizionamento “organico” (SEO). C’è chi confonde SEM con PPC, ma in realtà il secondo è solo “figlio” del primo.

La parte che mi piace di più è l’impostazione di una strategia di visibilità sui motori di ricerca, e non mi vergogno ad ammettere candidamente che se c’è bisogno di Adwords, ho un collaboratore fidato molto più esperto di me!

Qual è la percezione delle aziende italiane rispetto alla SEO?

Da un po’ di tempo a questa parte iniziano a lambiccarsi con questa parola, però noto sempre due-tre approcci.

  1. Il consapevole (raro);
  2. L’infatuato (l’appassionato di digital che segue il trend);
  3. L’inconsapevole (la maggior parte).

Il consapevole è un ottimo cliente se non si arroga di saperne più dello specialista (d’altronde mica tu saprai più di lui sulla sua attività), l’infatuato è sempre difficile da seguire per la sua imprevedibilità e l’inconsapevole o chiede informazioni “per sentito dire” oppure non sa davvero a chi rivolgersi e finisce preda di cattivi fornitori.

Quali sono i tempi per raccogliere i frutti di una buona campagna SEO?

Fermo restando che ogni cliente è una storia a sé, tendo a segnare delle timeline di obiettivi e attività su base trimestrale, reportizzando tutto su base mensile. Wow, risposta serissima eh?