La storia è fatta di spartiacque. In genere si tratta di battaglie sanguinose o di avvenimenti politici epocali. Anche a cambiare la storia del giornalismo, soprattutto del giornalismo televisivo, è stata una battaglia. Non combattuta con spade o fucili, ma con una telecamera e qualche decina di domande. La battaglia in questione è la celebre intervista che Frost fece a Nixon.

Siamo nel 1977. Nixon è ormai ai margini della vita politica americana, ma l’attuale presidente Ford gli concede la grazia. Per la vecchia volpe del Partito Repubblicano si profila una speranza inattesa: riabilitarsi agli occhi della gente, delusa dallo scandalo Watergate. Meglio andarsene tra gli applausi della gente, che tra gli insulti. Per farlo, sceglie una intervista televisiva. Sceglie soprattutto David Frost, più un presentatore che un giornalista, e per questo ritenuto debole, malleabile.

Mai errore fu più grande. David Frost intervistò Nixon e lo intervistò come un giornalista dovrebbe fare, se ha un politico davanti. Resistette alla retorica dell’ex presidente, resistette agli attacchi e lo punse sul vivo. Infine, lo smascherò. Lo show (perché alla fine di show si è trattato) si è concluso con un colpo di scena inaspettato: l’ammissione di colpa di Nixon. Sì, Nixon ammise di aver partecipato allo scandalo Watergate.

Dopo quel duello, il giornalismo televisivo non è stato più lo stesso. Non lo è stato soprattutto per due motivi: era stato dimostrato, sotto gli occhi increduli di 45 milioni di americani (e di chissà quanti nel mondo) che il giornalista poteva sconfiggere un politico, farlo confessare se c’era qualcosa degno di essere confessato, infrangere l’aureola di potenza di cui molti uomini di potere amano cingersi.

Qual è il segreto? E’ tutto evidente nell’intervista. Certo ha giovato il coraggio di David Frost, ancora più certo è la qualità del lavoro dell’equipe che alle spalle lo ha aiutato a redigere le domande. Ma a incidere più di tutto, è stata la struttura stesso dello strumento televisivo. Una struttura che in casi come questi è sinonimo di potenza.

La televisione, a dispetto di altri mezzi come la stampa o la radio, racconta tutto di chi compare sullo schermo. Quello che vuol dire (nel caso dei politici, la propaganda) e quello che non vuole dire, compresi i gesti che rivelano la tensione, o che una bugia sta per essere detta. Il merito di Frost è stato di rendere evidenti questi poteri. Nixon, una volta diventato consapevole di ciò, è crollato.

Una volta reso palese tutto ciò, il legame tra televisione, politica e informazione è cambiato. I ruoli si sono in un certo senso modificati: il politico è diventato un bersaglio, il giornalista è diventato un attaccante e il mezzo uno strumento. Probabilmente, un passo in avanti.