Facebook e Google si sono dichiarati guerra da un bel pezzo. Oggetto del contendere, il primato sul fronte dell’informazione. Sia il social network di Mark Zuckerberg che Big G, infatti, hanno acquisito il ruolo di piattaforma informativa. Per ora la bilancia pende per Google, non c’è dubbio, ma alcuni dati suggeriscono un Facebook in grande ascesa anche da questo punto di vista. In Italia, per esempio, il 47% delle persone si informano sul famoso social.

Facebook si è reso autore di un vero e proprio colpo di reni e ha creato Instant Article, un’applicazione che permette alle testate di pubblicare i propri articoli direttamente sul social network, e agli utenti di leggerli. Facebook di trasforma in un giornale? Può essere, anche se l’elemento feed rimane ancora fortissimo. Ovviamente, l’iniziativa si trova ancora in fase beta, e quindi l’affluenza è ancora numericamente bassa. Bassa ma di qualità, non c’è dubbio.

Tra i primi ad aderire, il New York Times ripone molte speranze nel progetto. Anche perché proprio il colosso americano ha dovuto affrontare in questi anni un calo di lettori – soprattutto nella sua versione digitale – dovuto a un approccio al digital troppo ingessato e poco al passo con i tempi. Mark Thompson, presidente e CEO’ del NYT, ha dichiarato: “La app per mobile che il nostro quotidiano aveva creato non ha creato gli effetti sperati. Il Times sta mettendo il suo destino nelle mani di Facebook”.

Per adesso, hanno aderito: il New York Times, il National Geographic, BuzzFeed, la NBC, The Atlantic, gli inglesi The Guardian e BBC News e i tedeschi Spiegel e Build.

Istant Article presenta un cambio di approccio molto significativo sul fronte pubblicitario. Facebook, infatti, permette alle testate di acquisire i proventi della vendita degli spazi pubblicitari, che dunque –  almeno in questo caso – non saranno appannaggio del social. Gli editori hanno anche la possibilità di vendere gli spazi pubblicitari direttamente a Facebook. Le testate, infine, avranno a disposizione un ricco e completo sistema di analitycs, in modo da monitorare il traffico e orientare la propria strategia editoriale.

“Stiamo iniziando con solo pochi editori mentre scopriamo di più su come le persone interagiscono con questi articoli. Abbiamo in programma di lavorare a stretto contatto con i nostri partner editoriali per raccogliere feedback e apportare miglioramenti con l’obiettivo di utilizzarli con ulteriori editori di tutto il mondo nei prossimi mesi”.