Chi non conosce l’inglese è perso. E’ ormai una evidenza, come tanti aspiranti di lavoratori hanno imparato sulla propria pelle. La ragione è intuibile: la domanda interna è in calo, dunque occorre rivolgersi all’estero, dove di certo non si parla in italiano. Per alcuni imparare l’inglese, come qualsiasi altra lingua, è un ostacolo molto difficile da superare. Alcune storie, però, infondono speranza anche negli scoraggiati. Una storia da raccontare è sicuramente quella di Matthew Youlden, famoso poliglotta. Questo simpatico signore parla come se fosse un nativo ben nove lingue, e se la cava in altre dieci. Il magazine Babbel.com gli ha posto una semplice domanda: “Come fai?” Ne è uscita una lista di consigli veramente utili.

Trovare una motivazione. E’ un consiglio che vale per qualsiasi attività ma soprattutto nell’ambito della formazione linguistica. Senza una motivazione reale e forte, lo studio della lingua sarà poco efficace.

Immergersi nell’universo culturale della lingua. Secondo Youlden imparare una lingua non è solo una questione di lessico o di grammatica, ma anche di cultura. Ogni lingua ritaglia un mondo attraverso i suoi percorsi di senso, dunque immergersi in quel mondo si rivela un’arma fondamentale per rendere il percorso di studio più efficiente.

Trovare un partner (o più partner). E’ un consiglio forse un po’ banale, ma importantissimo. Per imparare una lingua è necessario interloquire con un madre lingua.

Prenderla come se fosse un gioco. Questo aspetto è fondamentale. Si impara bene solo se ci si diverte, dunque è opportuno inserire le dinamiche del gioco nel proprio percorso di studio. Youlden ha fatto l’esempio di due gemelli che hanno imparato il greco da autodidatta cercando di scrivere canzoni in quella lingua.

Tornare bambini. Si pensa che i bambini siano portati a imparare le lingue grazie ad alcune particolarità cognitive. Youlden crede che sia più una faccenda comportamentale. Secondo il suo parere, è bene tornare bambini e quindi privarsi di ogni imbarazzo ed essere disponibili a fare errori. Molto spesso è una questione di inibizione.

Ascoltare e osservare. Prima di mettere in pratica una lingua è bene ascoltare e osservare. E’ un consiglio che vale soprattutto quando si cerca di riprodurre suoni che sono estranei alla lingua madre. Ascoltare la pronuncia esatta e osservare come questa viene pronunciata (posizione delle labbra, movimento della lingua) e così via.

Parlare da soli. Non sempre qualcuno è disponibile parlare con noi. Youlden consiglia, in questi casi, di parlare da soli. Sempre meglio che niente! Certo, non ci sarà nessuno a correggere i nostri errori, ma almeno ci si farà l’abitudine a pensare e a parlare nella lingua che si sta imparando.