La formazione rappresenta oggi un vantaggio competitivo. In verità lo è sempre stato, ma in questo periodo questa affermazione è ancora più vera. Il motivo di ciò risiede in un termine: cambiamento. Il cambiamento procede da fatti positivi e da fatti negativi. Procede, per esempio, dalla crisi economica ma anche dal progresso.

I cambiamenti che hanno trasformato la formazione continua in una necessità sono i seguenti.

Il mondo cambia, e con esso cambiano gli strumenti. Il progresso tecnologico non si ferma, può rallentare o può prendere strade inaspettate, ma è sempre in movimento. Questo vuol dire che vengono creati strumenti nuovi per fare le cose di sempre oppure per fare cose nuove. La formazione continua, dunque, è necessaria per conoscere questi strumenti e non rimanere fuori dal mercato del lavoro.

Il mercato cambia, soprattutto il mercato del lavoro. Purtroppo (ma alcuni direbbero perfortuna), ha intrapreso la strada già intrapresa dalla società, dunque è diventato più fluido, mutabile. Questo ha posto in essere situazioni spiacevoli, come l’aumento della competitività tra i lavoratori. Senza contare, poi, che l’abbattimento delle frontiere ha creato i presupposti per la mobilità della forza lavoro. Questo vuol dire che è ad alcuni – e il numero aumenta – tocca competere non solo con i connazionali ma anche con chi proviene da altri paesi, magari dell’Estremo Oriente o del sud est Asiatico, considerati come una marcia in più.

Un altro fattore importante riguarda l’offerta formativa. Ciò vale sia per quanto riguarda le università che le scuole, è probabilmente obsoleta. E’ una questione strutturale (appunto, il mondo cambia più velocemente di quanto possa “sopportare” il legislatore che decide le offerte formative) ma anche di responsabilità del sistema formativo italiano, che potrebbe adeguarsi a una velocità superiore di quanto faccia attualmente. Se per quanto riguarda il liceo, l’offerta formativa può permettersi di aggiornarsi meno spesso, all’università è richiesta velocità, per garantire agli studenti un aggancio più solido al mondo del lavoro.

La formazione continua è quindi necessario perché quella “normale” non basta più. Come fare per riuscire ad acquisire questo importante vantaggio competitivo? Ci si potrebbe rivolgere a enti formativi “ufficiali” (di nuovo, le Università) ma il rischio è quello di andare incontro ai problemi descritti finora (sebbene su scala minore).

C’è poi un’alternativa, che sta prendendo piede proprio in questo periodo. La formazione attraverso i corsi online. Rappresentano – se scelti con cura – una risorsa importante. Come minimo, abbattono i limiti dell’offerta formativa, visto il loro impianto modulare, e poi costano sicuramente meno di un corso universitario o – peggio ancora – di un master.