La diffusione dei social network ha condotto con sè, tra le numerose conseguenze evolutive, anche la ricerca del desiderio di condividere con i propri contatti le proprie esperienze culinarie. E non sorprende, pertanto, assistere a una vera e propria invasione di food photo nelle bacheche di amici e parenti e, ulteriormente, alla nascita di social network di nicchia dedicati proprio agli amanti del cibo. Ma siamo sicuri che questa “mania” sia così innocente come sembra?

In realtà, al di là della discutibile tendenza a diffondere ogni dettaglio delle proprie abitudini di vita su Facebook & co., un aspetto giuridicamente rilevante sembra essere fin troppo trascurato: la possibilità che fotografando il cibo si possa incappare nella violazione di leggi e regolamenti. Guai, insomma, a dare per scontato che il cibo acquistato sia di piena e “assoluta” proprietà, come se fosse un qualsiasi oggetto di consumo.

Per avere una conferma di quanto sopra, sia sufficiente domandare ai giornalisti del tedesco Die Welt, che qualche tempo fa hanno condotto un’interessante analisi nella quale hanno sottolineato come la Corte di Giustizia Federale della Germania abbia ampliato le protezioni del copyright, includendo in esse anche l’aspetto del cibo, considerabile come proprietà intellettuale dello chef. Dunque, secondo le norme in vigore, lo chef potrebbe decidere se il proprio lavoro può essere riprodotto e divulgato, e in che termini.

Al di là di tali rischi – peraltro limitati – in Italia l’abitudine di fotografare con lo smartphone le creazioni culinarie proprie o altrui non sembra conoscere battute d’arresto nella propria strada di diffusione. In tal senso, guai ad assimilare tale tendenza alla più “nobile” food photography, che è invece l’arte – anch’essa in continua ascesa – di immortalare cibi, dolci e bevande, a scopo personale o artistico.

Contrariamente alle fotografie amatoriali replicate sulle pagine dei principali social network, in proposito, la food photography è tecnica dietro la quale si cela la mano esperta di un fotografo professionista, che generalmente ha unito la propria passione verso la gastronomia, con quella per la fotografia, trasformandole in maniera integrata e sinergica in un vero e proprio lavoro che, di norma, trova sbocco su libri e riviste di cucina, cartelloni pubblicitari, forme promozionali, mostre e tanto altro ancora.

Una tendenza che è un’arte, e che sembra trovare in Italia uno dei suoi mercati più appetibili. Merito della straordinaria valenza sostanziale ed estetica della cucina mediterranea?