Ricevere Like su Facebook fa piacere, è inutile legarlo. Per alcuni però la questione assume una dimensione notevole, quasi al limite della patologia. La ricerca del “mi piace” o del commento positivo può in alcuni soggetti trasformarsi in ossessione. A dimostrarlo è una recente ricerca dell’Università di Berlino. Il team di ricercatori capitanato dal professor Dar Meshi ha studiato le reazioni di alcuni internauti nel momento clou, ossia durante la ricezione di Like e commenti positivi a foto personali e agli status.

L’indagine è stata realizzata su un campione di 31 utenti di Facebook, di ogni età e sesso. I risultati sono in un certo senso sorprendenti. Subito dopo il verificarsi di una notifica di Like o di commento nel 90% dei partecipanti alla ricerca si attivava una precisa area del cervello, chiamata “nucleus accumbens”, la stessa che si attiva quando si mangia, si fa sesso o ci si diverte. L’attivazione diventava più intensa nel momento in cui i commenti non si rivolgevano al contenuto della foto o del post in generale, ma direttamente all’utente.

Secondo i ricercatori queste dinamiche sono responsabili del successo di Facebook, dal momento che ne provoca la frequentazione prolungata da parte degli utenti. Dar Meshi e il suo team, però, mostrano prudenza sull’altro fronte, quello della dipendenza. La domanda “Facebook crea dipendenza?” non trova ancora una risposta definitiva, sebbene ci siano segnali in questo senso, e uno di questi segnali è rappresentata proprio dalla ricerca di Dar Meshi. E infatti nel testo conclusivo si legge: “La nostra ricerca è solo un piccolo passo nel tentativo di individuare un legame neurobiologico tra dipendenza da social media e attività di compensazione del cervello“.

Se i feedback positivi attivano il nucleus accumbens, e quindi l’area del piacere, è probabile che alcuni possano cadere in un circolo vizioso, i cui l’utente ricerca il Mi Piace per replicare la sensazione di benessere.

Quali sono i risvolti per chi comunica attraverso Facebook? Dal momento che l’attivazione avviene anche quando il Like è diretto genericamente al post e non alla persona che ha pubblicato il contenuto, si può sostenere che le dinamiche descritte dalla ricerca dell’Università di Berlino favoriscono le condivisioni. E come tutti gli amministratori di pagine sanno, le condivisioni rappresentano uno strumento indispensabile per il raggiungimento degli obiettivi di comunicazione.

Ovviamente ciò non smentisce la necessità di curare la qualità dei contenuti, anzi. Se è vero che chi condivide lo fa (anche) nella speranza di ricevere dei Like, questi condivide solo i contenuti che pensano possano interessare agli utenti – e quindi contenuti di qualità.