Si fa un gran parlare di digital divide in Italia e in effetti è un problema ancora molto grave. A compensare, però, è la grande “voglia di web” degli italiani. In buona sostanza, saremmo ancora carenti di mezzi ma l’approccio digital è ormai ben interiorizzato.

E’ questa la conclusione del Dodicesimo rapporto Censis-Ucsi, che ha indagato il rapporto tra gli italiani a i media (digitali compresi).

Il primo dato che balza all’occhio è quello sull’informazione. Come si informano gli italiani? Il canale privilegiato rimane ancora la televisione (76%), con i giornali a seguire (52%). Subito dopo, però, spuntano i social media (43%) Una evidenza che dimostra come gli italiani percepiscono Facebook e co. come una canale per l’informazione – che va nel senso auspicato da Zuckerberg e soci).

Disaggregando questo dato si scopre una certa eterogeneità. Ovviamente, la divisione più importante è quella tra “vecchi e giovani”. I ragazzi sotto i 30 anni, infatti, prediligono proprio i social media come fonte di informazioni (71%).

Fa ben sperare, comunque, un altro dato, quello degli utilizzi “extra-formativi” di internet. Oltre che per cercare informazioni, gli italiani navigano per fare compere. E’ un sintomo di maturità, dal momento che fino a qualche anno fa erano forte le perplessità degli italiani in questo ambito: l’e-commerce era considerato poco sicuro. Oggi, circa il 38%% utilizza la rete per comprare (51% se under 30), e una percentuale più alta si rivolge a internet durante il processo di scelta, anche se poi ultima l’acquisto in modalità “off”.

Questi dati sono sintomo anche della diffusione di una tendenza in grado di modificare non solo il modo con il quale gli italiani comunicano e si informano, ma anche la loro quotidianità. E’ la tendenza alla disintermediazione digitale, ossia al consumo di beni e servizi attraverso azioni dirette, in cui la filiera tra cliente e chi somministra il prodotto o il servizio è ridotta o totalmente annullata.

In una nota il Censis parla di un enorme cambiamento, che procede dalla “trasformazione derivante dalla la moltiplicazione e integrazione dei media, a cui ha corrisposto l’attitudine degli utenti a personalizzarne l’utilizzo che ha portato l’io-utente al centro del sistema, con un enorme accrescimento delle sue facoltà e un innalzamento notevole del grado di soddisfazione dei suoi bisogni e desideri raggiunto attraverso internet e i dispositivi digitali”.

Un appiattimento delle gerarchie, in un certo senso, che va nella direzione che gli addetti ai lavoro auspicano. E’ infatti un bene anche per le aziende (oltre che una sfida) dal momento che possono intrecciare legami diretti con i clienti e innescare percorsi sempre più efficaci di fidelizzazione.