E’ la domanda da un milione di dollari. Cosa rende un contenuto virale? Certo, a rispondere sono stati in tanti e a volte sembra che si possa afferrare la risposta anche solo con l’intuito. Ma fatto sta che una formula magica ancora non è stata trovata, e le tecniche di viralizzazione appaiono ancora o acerbe o del tutto arbitrarie.

Eppure un concreto passo in avanti sembra che sia stato fatto di recente. Due ricercatori, Jacopo Staiano della Università Sorbona di Parigi e Marco Guerini, imprenditore di Trento Rise, hanno prodotto uno studio in grado di spiegare, almeno a grandi linee, cosa separa i contenuti virali e i contenuti che virali non lo sono mai diventati.

Il punto di partenza è rappresentato da un presupposto. Un contenuto virale è un contenuto che è riuscito, in qualche modo e in qualche misura, a generare emozioni. A questo punto l’incognita è proprio capire che tipo di emozione sia a svolgere la funzione viralizzante. Non solo i due ricercatori hanno risposto ma hanno addirittura fornito le “coordinate emotive”, ossia le caratteristiche dell’emozione più adatta a trasformare un contenuto in un contenuto virale.

Lo hanno fatto prendendo come riferimento due elementi, uno empirico e uno prettamente teorico. In primo luogo, hanno analizzato gli articoli della versione online de Il Corriere della Sera e le storie presenti nel sito Rappler.com (portale di informazioni sociali). In entrambi gli utenti, oltre a commentare, possono esprimere un giudizio sull’emozione che quanto appena letto ha suscitato in loro. Lo spettro è ampio: si va dalla rabbia, alla gioia, alla sorpresa alla paura addirittura e così via.

In secondo luogo, hanno preso in considerazione il modello tridimensionale delle emozioni, famoso tra gli psicologi. Questo modello classifica ogni emozioni in base a tre parametri: la valenza (l’emozione è positiva o è negativa?) l’eccitamento (l’intensità dell’emozione), la dominanza (la capacità di controllare l’emozione). Per esempio, la paura ha valenza negativa, eccitamento alto, dominanza alta. L’ispirazione ha, di contro, una valenza positiva, un eccitamento alto e una dominanza bassa.

I due ricercatori si sono poi posti la domanda: che emozione hanno generato gli articoli con il maggior numero di commenti? Ebbene, la risposta è emersa chiaramente: le conversazioni erano provocate da sentimenti specifici come la rabbia, l’indignazione e, in misura più contenuta, anche la paura. Dal punto di vista del modello tridimensionale, quindi, a offrire una propulsione viralizzante sono le emozioni con una grande dominanza e un forte eccitamento.