Parlare in pubblico non è facile. Certo, da seduti dal lato più confortevole della barricata (quello dello spettatore) può sembrare un gioco da ragazzi ma spesso, non appena ci si rivolge a una vasta platea, ecco che la voce trema e le mani sudano. Nella migliore delle ipotesi, poi, il rischio è quello di annoiare i propri interlocutori e non riuscire a farsi ascoltare.

Il public speaking è un’arte che si affina con il tempo. Occorre tanto esercizio. Eppure esiste qualche trucco, o per meglio dire consiglio, che è possibile mettere in pratica nell’immediato. Sia chiaro, ciò non basterà a rendervi oratori, ma può rappresentare un primo importante passo.

Il sorriso sulle labbra. Chi parla in pubblico è bene che sorrida, che si dimostri (moderatamente) allegro. E’ necessario sviluppare empatia con il pubblico e, se non vi chiamate Adolf Hitler, è difficile che riusciate ad attirare la platea tenendo il muso. Se non avete nulla di che essere felice, fingete, ma attenti a simulare bene. Un sorriso forzato è peggio di nessun sorriso.

Poche parentesi, poche digressioni. Quando si parla comunemente, a quattrocchi con un singolo interlocutore, si è soliti vagare con gli argomenti. L’attenzione cala, ma comunque c’è il contatto visivo “unico” a rappresentare una sorta di ancora. Questa opportunità manca nel public speaking, dunque lo spettatore è portato per natura a distrarsi. E’ bene non dargli ulteriore possibilità di farlo, aprendo lunghe parentesi e sviando il discorso. Il miglior modo per evitare forme di distrazione è andare dritto al sodo.

Interagite con la platea. Per lo stesso motivo (il rischio distrazione) è bene interagire con la plaeta, coinvolgerla. Il modo più antico del mondo, ma forse banale, e con le battute. E’ meglio chiamare in causa direttamente gli spettatori, utilizzando qualche spunto fornito dalla loro persona per spiegare i propri concetti. In questo modo farete sentire il pubblico parte del discorso, gli farete giocare un ruolo attivo.

Alternate il tono. Il discorso deve avere una sorta di ritmo sinfonico. A toni alti devono seguire toni bassi. Il piattume, sia esso orientato verso un tono alto, è monotono e contribuisce a distrarre lo spettatore.

La scelta degli argomenti. E’ chiaro, se un discorso deve avere certi argomenti, chi lo pronuncia ha poche possibilità in merito. E’ bene, però, laddove è possibile, optare per argomenti in qualche modo felici. Facciamo un esempio: un individuo deve convincere il suo pubblico a prendere in considerazione la previdenza complementare. Di norma, dovrebbe iniziare parlando male della previdenza pubblica, ma sarebbe un atteggiamento controproducente. E’ bene, invece, parlare di qualcosa di positivo, come i vantaggi fiscali delle polizze previdenziali.