Il processo di Norimberga e la successa ‘denazificazione‘ dell’Europa ha debellato il nazismo. C’è però un ambito in cui la dottrina nazionalsocialista è riuscita a sopravvivere e, anzi, a mettere radici. E’ una verità inquietante ma, almeno parzialmente, la comunicazione politica di oggi segue i principi predisposti dal numero due del Terzo Reich: Joseph Goebbels.

E’ quanto emerge dal saggio di Leonard Doob, “Goebbel’s Principle of Propaganda”. Sono tanti, troppe, i punti di contatto tra la comunicazione politica del ministro hitleriano e la comunicazione politica di oggi. E per dimostrarlo non è nemmeno necessario andare lontano, è sufficiente rimanere in Italia. Ovviamente, i contenuti sono sono molto diversi – per fortuna!

Ecco i principi goebbeliani che si sono trasformati nel tempo nelle tecniche di comunicazione politica che dominano lo scenario odierno.

Principio del nemico unico. Agitare lo spettro di un solo nemico, ma potente e pericoloso, rinsalda la comunità e la riduce all’obbedienza. Per i nazisti erano gli ebrei, ma gli esempi attuali si sprecano: i comunisti per Berlusconi, i rom per Salvini e così via.

Principio del metodo del contagio. Questo approccio consiste nel raggruppare tutti i nemici in una sola categoria. Utile a indirizzare l’odio del proprio corpo elettorale e distrarlo dai veri problemi. Tecnica, questa, utilizza – tra gli altri – dal Movimento 5 Stelle, che associa tutti i partiti alla definizione di “casta”. Ma lo ha fatto anche Bush, con i nemici di un tempo (Corea del Nord, Afghanistan, Iraq, Cuba), diversissimi tra di loro ma univocamente chiamati “paesi canaglia”.

Principio dell’esagerazione. Trasformare gli aneddoti in fatti, e i fatti gravi in catastrofi. Aiuta a strumentalizzare gli eventi per trasmettere un messaggio. Goebbels ha trasformato l’arresto di un tedesco in terra polacca come un causus belli. Gli esempi attuali si sprecano.

Principio della volgarizzazione. La propaganda deve essere popolare, espressa in un linguaggio semplice, e altrettanto semplici devono essere i contenuti. E’ forse il principio che oggi ha più attecchito. D’altronde, Berlusconi qualche anno fa ha dichiarato che “il pubblico è un bambino di undici anni, neppure tanto intelligente”.

Principio di orchestrazione. La propaganda si deve basare su pochi messaggi, semplici e ripetuti fino allo spasmo. Un aforisma di Goebbels recita: “Ripetete una bugia cento volte, ed essa diventerà una verità”. Oggi questo principio è molto in voga. Per rimanere all’Italia, pensiamo a Salvini: i messaggi sono così pochi da poter essere riassunti in una parola scritta in una felpa. E sul fatto che la ripeta spesso, non c’è alcun dubbio.