La comunicazione è materia universitaria da relativamente poco tempo e dunque non stupisce che venga insegnata – nelle Università – soprattutto a un livello teorico. Anche la teoria è importante, perché oltre a essere un punto di partenza imprescindibile contribuisce alla creazione dell’adatta forma mentis. L’elemento teorico fondamentale quando si parla di comunicazione è rappresentato dai 5 assiomi. Sono tra le prime cose che si studiano nei corsi di laurea dedicati alla comunicazione e forse per questo sono tra i primi a cadere nel dimenticatoio. Quindi, godetevi una bella rinfrescata.

E’ impossibile non comunicare. E’ con tutta probabilità l’assioma più importante. Secondo questa “legge”, ogni atto è portatore di significato non solo per chi lo emette ma soprattutto per chi lo fruisce. Dal momento che “tutto è segno”, tutto è comunicazione, e dunque non risulta possibile non comunicare. Anche quando non si ha l’intenzione di farlo, stiamo sempre dicendo qualcosa a qualcuno, indipendentemente se apriamo la bocca oppure no.

La comunicazione è anche metacomunicazione. Il significato di questa assione non è intuitivo. La metacomunicazione è sempre presente perché, ogni volta che si comunica, vengono coinvolti due livelli, quello di contenuto e di relazione. Quando si dice qualcosa a qualcuno (con parole, gesti, azioni) si sta trasmettendo un contenuto ma anche un assetto di relazione. Prendiamo l’esempio di un comando. Quando una persona dà un ordine a qualcun altro, sta sì trasmettendo un ordine ma sta dando anche informazioni circa il rapporto tra lui e il tizio che lo sta ascoltando. Un rapporto, in questo caso, di sudditanza.

La comunicazione è fatta di punteggiatura. Ovviamente non stiamo parlando dei punti e delle virgole, piuttosto di sequenzialità. I flussi comunicativi si sviluppano secondo un rapporto di causa ed effetto, o di semplice successione cronologica.

La comunicazione può essere digitale o analogica. Prendiamo nuovamente a esempio il comando. Una parte della comunicazione, quella magari espressa converbalmente, è digitale, dal momento che si sviluppa attraverso una sintassi e una logica che possono essere anche arbitrarie (tutte le lingue lo sono) ma che presuppongono un insieme di codici e delle regole condivise oggettivamente tra chi comunica. Un’altra parte, che è quella della gestualità, delle movenze e delle espressioni, sono analogiche, perché la loro comprensione non legata alla conoscenza di una sintassi o di una “grammatica”, ma piuttosto all’associazione simboli che, per quanto pontentissima, è soggettiva e varia da persona a persona.

La comunicazione può essere simmetrica o asimmetrica (quindi complementare). Questo assieme ha a che fare con il discorso delle relazioni. Quando due persone che comunicano sono legate da un rapporto di parità, la comunicazione è simmetrica. Quando una è più “importante” della controparte il rapporto è asimmetrico, ma anche complementare. Questo perché non può esistere – per esempio – un comandante senza un comandato. La comunicazione – vedi assioma due – consente di affermare i ruoli.

I 5 assiomi della comunicazione sono stati elaborati dalla Scuola di Palo Alto (il cui massimo esponente è Gregory Batison) negli Anni Sessanta.