Francesca Noli è una dietologa e nutrizionista di Milano. Il suo approccio è innovativo. Lei lo definisce “educativo-comportamentale”. Il termine è appropriato: lo scopo è non ragionare solo dal punto di vista quantitativo (quindi dei kg persi) ma per obiettivi che coinvolgono la persona nella sua interezza.

Noi di Master University le abbiamo rivolto qualche domanda.

Cominciamo con una domanda retorica: un noto proverbio recita: “Siamo quello che mangiamo”. E’ veramente così? Se dovessi spiegarne il perché a un profano che cosa gli diresti?

Certamente esiste uno stretto legame tra alimentazione e salute: le nostre abitudini alimentari sono come un’arma nelle nostre mani. Se ci alimentiamo in modo qualitativamente e quantitativamente adeguato, siamo in grado di prevenire molte malattie, se invece abbiamo un’alimentazione disordinata possiamo andare incontro più facilmente a alcune tra le malattie più diffuse nella nostra società. Va ricordato anche che in generale le tradizioni alimentari di una popolazione possono raccontare molto della sua storia e della sua cultura, così come in particolare il rapporto che ognuno di noi ha con il cibo può svelare molto dell’individuo e delle sue esperienze.

Il rapporto tra cibo e individuo è dominato da molti luoghi comuni. Se dovessi sfatarne uno in particolare, quale sceglieresti?

Un falso mito molto comune è che i carboidrati fanno ingrassare: un primo piatto, in porzioni adeguate, condito con un sugo preparato al momento con una o più verdure e un cucchiaino di olio extravergine, mangiato lentamente, risulta ben digeribile, ha un buon effetto saziante ed è ricco di odori e sapori. Una scelta possibile e da consigliare anche in un percorso di dimagramento.

Consumare cinque pasti al giorno, consumare una colazione abbondante, evitare carboidrati la sera… Sono tutte regole da seguire?

Già parlare di regole dà l’impressione di qualcosa di rigido che dovrebbe esser evitato in un percorso per ristabilire un rapporto sereno con il cibo. Certamente una distribuzione adeguata dei pasti nella giornata, legata agli orari e agli impegni individuali, è il punto di partenza per poi affrontare altri aspetti legati alle scelte e al comportamento alimentare. La prima colazione è il pasto più importante della giornata e merita certamente attenzione. Evitare carboidrati la sera non è necessario e nemmeno auspicabile.

E’ vero che la dieta mediterranea è la migliore del mondo? Se sì, perché?

La dieta mediterranea, costituita principalmente da cereali, frutta e verdure, pesce e olio di oliva, con una moderata quantità di vino, costituisce un modello nutrizionale per un’alimentazione varia, basata su alimenti freschi e prodotti di stagione, ricca di fibre e antiossidanti. Ha quindi molti caratteristiche che si sono rivelate, secondo molti studi, positive per la salute.

Cosa pensi della dieta vegetariana e del veganismo? Si può vivere di soli prodotti vegetali?

Sempre più persone scelgono questo tipo di alimentazione per motivi etici, religiosi, filosofici o come scelta salutistica. Molti lavori scientifici confermano che una dieta vegetariana, se ben equilibrata e varia, può essere seguita senza alcun rischio a qualsiasi età. Anzi i vegetariani sembrerebbero essere esposti ad un minor rischio di eccesso di peso, diabete, ipertensione, colesterolo alto, e alcuni tipi di tumore.

E’ importante ricordare che punto di forza di qualsiasi stile alimentare è la varietà: nessun alimento da solo è in grado di fornire tutto ciò che serve al nostro corpo. Anche una dieta vegetariana, per essere equilibrata, deve prevedere un’ampia varietà di alimenti nelle giuste porzioni e deve essere accompagnata da un’attenta programmazione. Più la dieta vegetariana è monotona e restrittiva, più difficile è apportare tutti i nutrienti essenziali per il proprio benessere. Prima di intraprende questo tipo di scelta è importante documentarsi e conoscere gli alimenti.

Maggiormente esposti al rischio di carenze sono i vegani. Escludendo tutti gli alimenti di origine animale (compreso latte e uova) possono più facilmente andare incontro al rischio di carenza di calcio, ferro, vitamina B12. Recenti studi hanno evidenziato come la carenze di vitamina B12 può facilitare l’insorgenza di alcune malattie neurologiche come l’Alzheimer e la demenza, e questo appare correlato a un aumento di omocisteina. In caso di diete vegane o vegetariane particolarmente restrittive, vale la pena pianificare l’alimentazione con un nutrizionista soprattutto nel caso di soggetti vulnerabili (bambini, donne in gravidanza o allattamento) o confrontarsi con il medico di fiducia per eventuali integrazioni.

‘Se non mangio la carne come faccio ad apportare il ferro e la vitamina B 12 ?’;

‘Se escludo il latte in quali alimenti posso trovare il calcio?’;

‘La vitamina D deve essere integrata?’;

‘Le proteine vegetali sono sufficienti a coprire i fabbisogni?’.

A queste domande e a tante altre risponderemo nel corso del workshop.

Tra le tante diete dimagranti che vengono pubblicizzate in rete quale ti sembra la più pericolosa?

Le insidie si possono nascondere ovunque: diete che si basano sul consumo, senza limite, di uno o due cibi soltanto, diete che sono fondate su regole molto rigide e spesso astruse, diete che promettono di far perdere tanti chili in poco tempo…

Qual è l’errore più comune tra chi vuole dimagrire?

Direi che è quello di “esser pronti a tutto pur di ..”: questo fa la fortuna delle diete di cui sopra, ma soprattutto espone a periodi più o meno lunghi in cui si seguono alla perfezione i dettami della dieta del momento per poi passare all’anarchia più completa. Il distinguere “sono a dieta” dal “non sono a dieta” porta a pensare e agire con atteggiamenti estremi.

In “Dieta mindful” esplori la possibilità di dimagrire e mangiar sano senza dover pesare gli alimenti. Oltre il risparmio di tempo, quali benefici apporta questo approccio?

In “Dieta mindful” (2015, ed red!) ho voluto riunire nel titolo il termine dieta, inteso nel suo significato originario e cioè di “modo di vivere”, con mindful, legato al concetto mindful eating, pratica che aiuta a risintonizzarsi con i bisogni del proprio corpo, a combattere gli automatismi e a ritrovare il piacere di un rapporto più equilibrato con il cibo.

Si tratta di una guida preziosa per ripensare insieme il rapporto con il cibo e il proprio peso partendo da se stessi in modo non ansiogeno né giudicante. In base al proprio profilo alimentare, con l’aiuto di strategie e suggerimenti, è possibile gestire facilmente la propria giornata alimentare senza il vincolo della bilancia grazie alla ricchissima galleria fotografica e all’utilizzo di semplici tecniche per stimare la giusta porzione a casa e fuori.

C’è una sezione riguardante le porzioni ingannevoli che fa riflettere su come siamo condizionati dall’ambiente, in particolare dalle dimensioni e dal colore di piatti, bicchieri e tovaglie. Un’altra sezione dà indicazioni su come inserire il dolce, il salato e le bevande in modo consapevole, senza avere sensi di colpa.

C’è un capitolo dedicato al mindful eating che è la novità più importante del libro: si tratta di un approccio innovativo che aiuta a distinguere tra la fame vera e la fame emotiva e ad entrare in sintonia con i propri reali bisogni.

“Dieta mindful” può essere utilizzato per riequilibrare il proprio peso e ritrovare il piacere di un rapporto più sereno con il cibo e per avere risposte chiare per sè e la propria famiglia su tanti aspetti legati all’alimentazione.